venerdì 25 maggio 2012

Cannes 2012, Pattinson: «Sono rimasto chiuso in camera per due settimane a riflettere su Cosmopolis»

Ecco quanto svelato dal giovane Robert oggi in conferenza stampa a Cannes

Robert Pattinson è qua al festival da alcuni giorni, avendo partecipato come guest star alla première di On the Road, film in cui recita la fidanzata Kristen Stewart. È un momento magico per entrambi, presenti insieme al Festival più prestigioso del cinema. I due hanno già fatto la gioia dei paparazzi, facendosi immortalare mentre si baciavano. Ma i momenti di imbarazzo non sono finiti qui per il giovane divo, che alla conferenza stampa del suo film in concorsoCosmopolis, per la regia di David Cronenberg, oggi è arrossito raccontando la preparazione del ruolo. «Ho trascorso due settimane chiuso in camera, preoccupatissimo per questo ruolo» ha dichiarato Pattinson, comprensibilmente spaventato da una pellicola in cui è costantemente sullo schermo, per la maggior parte del tempo chiuso nell’abitacolo della sua limousine, che usa come ufficio, boudoir, studio medico, casa… Due ore di Pattinson a tutto schermo, che a partire da oggi anche sugli schermi italiani dovrebbero far impazzire le sue fan.
Rob Patz continua a raccontare il work in progress con Cronenberg: «Alla fine è arrivato David e mi ha detto che non potevo continuare a preoccuparmi di tutto, perché un lavoro così non si può affrontare tutto insieme, ma solo un giorno dopo l’altro, e da lì siamo partiti». Cronenberg aggiunge: «Robert è dotato di una concentrazione incredibile. E come avete visto nel film affronta scene dall’impianto molto teatrale sia nell’abitacolo della macchina, sia quando si incontra con il personaggio di Paul Giamatti, che lo vuole uccidere. Quella scena è molto intensa, e mi piace perché a fare la differenze sono i movimenti di macchina e le lampade. Non è epica, non è il Grand Canyon, ma due persone che parlano vis-a-vis. Questo è il modo di lavorare che mi piace».

Il regista di tanti film visionari (da La mosca a Videodrome fino ai più recenti A History of Violence eA Dangerous Method) si picca quando un cronista paragona il suo Eric Packer a un “vampiro” che specula sul denaro della gente, mandandola in rovina. «È facile dire che questo personaggio è un vampiro, ma in verità è una persona reale. Questo non è Twilight, ma Cosmopolis. Abbiamo creato un film totalmente originale, anche rispetto al romanzo. Eric non è il simbolo del capitalismo, ma ha un passato, una sua storia…». Gli fa eco Don DeLillo in persona, autore del romanzo che già nei giorni scorsi aveva espresso apprezzamento per il lavoro di Cronenberg (da lui definito «un film potente e senza compromessi»): «Cosmopolis non è tanto un libro sull’anticapitalismo, come spesso si dice, ma soprattutto la storia di un uomo e di una macchina, il che dal mio punto di vista è ancora più potente. Il mio romanzo – prosegue DeLillo – è molto claustrofobico, mentre il film è molto diverso. Ne sono rimasto shockato: solo David avrebbe potuto rendere cinematografico questo romanzo. Vorrei rivederlo subito perché a livello visivo è incredibile, l’interno della macchina è la cosa più visionaria che abbia mai visto». Cronenberg gongola per i complimenti, e senza falsa modestia aggiunge: «E pensare che c’è chi spende 200 milioni di dollari per un film che non rischia nulla dal punto di vista visivo e tanto meno dei contenuti…».

A chi gli chiede se non ci siano correlazioni con A Dangerous Method, poi, Cronenberg risponde così: «Non dovete confondere il vostro ruolo con il mio. Non penso che sia utile analizzare i miei lavori rispetto a quelli precedenti». E quando dal pubblico si alza la prima voce critica nei confronti del progetto – nonché del libro, definito «senza speranza» – non è il regista canadese a rispondere. La levata di scudi, infatti, arriva proprio da Pattinson, che non interpellato alza comunque la voce per difendere la qualità (del libro e del film). Un siparietto inaspettato, che forse coglie di sorpresa lo stesso Rob, il quale alla fine della “filippica” arrossisce e abbassa il capo. Al che Cronenberg gli poggia una mano sulla testa: «Good boy» sembra dire, come a significare che il futuro di R-Patz non è tra i lustrini e le paillettes vampiriche di questi ultimi anni ma nel cinema d’autore…

La timidezza di Pattinson diventa a questo punto protagonista della conferenza, più ancora che il film: alla domanda «vedi somiglianze tra la vita ovattata e privilegiata di Eric Packer e la tua?», Rob risponde con una semplicità e un’onestà quasi disarmanti: «Non sono uno che analizza la propria vita. Oltretutto non sono mai stato una persona molto socievole, né mi importa esserlo o impormi di cambiare in alcun modo». «Robert è una persona diversa da Eric» lo “difende” ancora Cronenberg. «Packer si è creato uno spazio privato e personale all’interno di una limousine, un acquario dove accoglie solo coloro con cui vuole davvero parlare. Robert non è così» ribadisce il regista, che sembra aver trovato nell’ex vampiro un’inaspettata “musa” – alla faccia di chi aveva messo in discussione la scelta di Cronenberg.

E a giudicare dalle prime reazioni degli addetti ai lavori (leggete la nostra recensione del film), il sodalizio tra uno dei registi più provocatori degli ultimi decenni e la star più ambita del mondo del cinema è davvero destinato a far discutere. Capolavoro o delusione che sia, Cosmopolis è uno dei film più provocatori che abbiamo visto al Festival di Cannes, e Pattinson ne è padrone assoluto. Al pubblico, che lo vedrà in sala a partire da questa sera, il giudizio finale… (Foto Getti Images)

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