venerdì 18 maggio 2012

Cronenberg firma Cosmopolis, film evento a Cannes. Così il cinema accoglie il suo grande fan DeLillo

via: il sole 24ore 

Ha dovuto compiere 75 anni, Don DeLillo, per vedere un suo romanzo approdare sul grande schermo: si tratta di «Cosmopolis», quindicesimo romanzo dell'autore americano pubblicato nel 2003, la cui trasposizione cinematografica, diretta da David Cronenberg con protagonista Robert Pattinson, protagonista di Twilight, farà il suo esordio al Festival di Cannes 2012.

Eppure DeLillo, nato nel Bronx il 20 novembre 1936 da genitori di origini molisane, ha spesso inserito l'universo cinematografico nelle sue opere, a partire dall'esordio «Americana» del 1971. In quel romanzo, folgorante antipasto di una carriera straordinaria, il protagonista David Bell è un giovane yuppie di successo che abbandona la brillante carriera per compiere un pellegrinaggio nel cuore degli Stati Uniti, a bordo di un camper e con una cinepresa in spalla. Il suo fine, folle e utopistico, sarà quello di filmare la vita della gente comune per realizzare una pellicola in grado di scrivere un pezzo di storia americana.



I riferimenti al cinema rimarranno una costante nelle successive opere di De Lillo fino a trovare in «Underworld», romanzo torrenziale del 1997, da molti considerato il capolavoro dell'autore, una valenza ancor più importante. Il titolo del libro infatti, oltre a omaggiare l'omonimo film di Josef von Sternberg del 1927, fa riferimento a un'immaginaria pellicola degli anni '30 di Sergej Ejzenstejn (il grande autore sovietico de «La corazzata Potëmkin» e di «Ivan il terribile»), dispersa e ritrovata dopo decenni che, nel corso della narrazione, viene proiettata in un circolo newyorkese nel 1974.

Con l'avvento del nuovo millennio, DeLillo si è avvicinato ancor di più al mondo del cinema collaborando ad alcuni corti e sceneggiando nel 2005 il poco conosciuto lungometraggio «Game 6», diretto da Michael Hoffman con protagonisti Michael Keaton e Robert Downey Junior. Nonostante molte delle sue storie appaiano particolarmente attraenti per il grande schermo (basti pensare a «L'uomo che cade» del 2007, romanzo in cui un uomo torna dalla sua famiglia coperto dalla cenere causata dal crollo delle Torri Gemelle), la narrativa dell'autore, implacabilmente postmoderna nel gioco a incastri che la sostiene, certamente ostica e secondo molti totalmente inadattabile, ha scoraggiato (quasi) tutti i produttori dall'affrontare un tale progetto.

L'unico determinato a portare un lavoro di DeLillo al cinema fu Paulo Branco, produttore portoghese con oltre duecento titoli all'attivo, che, d'accordo con l'autore, acquistò nel 2007 i diritti di «Cosmopolis».
Appena venne contattato, David Cronenberg, ai tempi reduce dal successo de «La promessa dell'assassino», accettò immediatamente di portare in scena uno dei volumi più discussi del nuovo millennio, capace come pochi altri di alimentare un infinito dibattito tra chi urlò al capolavoro e chi lo stroncò senza pietà.

Pattinson, al primo ruolo importante di una carriera finora tutt'altro che meritevole, interpreterà il protagonista Erick Packer, rampante imprenditore finanziario che, in una mattina come tante altre, decide di attraversare Manhattan a bordo di una limousine per raggiungere il suo barbiere di fiducia. Il suo viaggio (da molti paragonato a quello di Leopold Bloom nell'«Ulisse» di James Joyce) si trasformerà in una vera e propria Odissea esistenziale all'interno di un mondo in cui i valori, umani e non solo, sembrano essere del tutto scomparsi.

Per i fan del regista e dello scrittore (ma anche per quelle dell'attore protagonista), la data da segnare sul calendario è venerdì 25 maggio, giorno in cui «Cosmopolis» arriverà nelle sale italiane, smentendo o valorizzando le ipotesi dei tanti che reputa(va)no impossibile vedere un romanzo di Don DeLillo approdare al cinema.


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