venerdì 25 maggio 2012

SARAH GADON: LA DIVA CHE HA STREGATO GLI UOMINI DELLA FAMIGLIA CRONENBERG

GQitalia intervista Sarah Gadon : 


Ha la grazia di una diva d’altri tempi, la timidezza di una stella emergente e il carattere di una donna che conosce bene le sue potenzialità e ha chiari i suoi obiettivi. Un curioso insieme di elementi che rende irresistibile Sarah Gadon, in particolare agli occhi della famiglia Cronenberg. 

Ha la grazia di una diva d'altri tempi, la timidezza di una stella emergente e il carattere di una donna che conosce bene le sue potenzialità e ha chiari i suoi obiettivi. Un curioso insieme di elementi che rende irresistibile Sarah Gadon, in particolare agli occhi della famiglia Cronenberg: se David l'ha scelta per "A Dangerous Method" prima, e per " Cosmopolis" poi, suo figlio Brandon le ha chiesto addirittura di interpretare un'icona di perfezione estetica nel suo primo film, il delirante "Antiviral" appena presentato a Cannes nella sezione Un certain regard.

Com'è stato passare dal lavoro con Cronenberg senior al primo film di suo figlio Brandon?
Lavorare con David è sempre un onore, ma quando mi ha chiamato Brandon, oltre alla fierezza di essere scelta, c'era la felicità di contribuire al debutto di quello che spero diventi un grande autore. Hanno una personalità molto diversa, li accomuna una forte creatività e la deliziosa libertà che lasciano agli attori. Certo, David è una leggenda, ma Brandon ha già un suo stile interessante, non è poco.

Ha avuto accanto Michael Fassbender, Robert Pattinson e Jake Gyllenhall come partner di scena: cosa le hanno lasciato?
Intanto il senso di privilegio per averci lavorato. Sono tutti incontri preziosi, ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, più di tutti Michael: un interprete incredibile, si tuffa dentro un personaggio, arriva persino a respirare come lui, e intanto ti contagia tutta la sua passione.

A parte Fassbender, quali sono i suoi idoli?
Mai avuti, non sono il tipo, da bambina non avevo neanche mezzo poster in camera. Ovviamente ci sono attrici come Meryl Streep che ammiro parecchio, è una vera dea, o Keira Knightley, bellissima e brava come poche, però in definitiva non mi piace questo meccanismo per cui idolatri qualcuno, né amo essere io l'oggetto di ammirazione. Mi sembra un sistema poco logico, senza senso, mi ci sto abituando mio malgrado, oltre tutto non sono neanche una tipa mondana.

Come mai?
Forse perché mia madre è un'insegnante, mio padre uno psicologo: provengo da un background di ascolto, più che di esibizione.

Hollywood non la attira?
Non la conosco, non ci ho mai lavorato per davvero, finora sono sempre stata coinvolta in produzioni principalmente europee. E io amo il cinema indipendente europeo, mi piacerebbe farlo anche in futuro. Detto questo, da attrice ancora non sono così famosa da aver perso la testa, la mia idea di Hollywood è che metta in qualche modo a dura prova la tua identità.

Almeno si sente bella?
Non come l'icona di perfezione che racconta Brandon nel suo film, anche perchè la bellezza è qualcosa di profondo, intimo e soggettivo, che avverti sotto la pelle. Eppure la gente ha bisogno di modelli, di uniformarsi a volti universali, in genere le immagini definite "belle" sono quelle che oggettificano le donne, e a me non piace affatto sentirmi un oggetto.

La donna che sogna di interpretare?
Pina (Anna Magnani, ndr) che corre sulla strada in Roma città aperta, un capolavoro che mi ha stregato.

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