martedì 7 agosto 2012

THE WEST AUSTRALIAN recensisce Cosmopolis

Via: www.robert-pattinson.it 

THE WEST AUSTRALIAN – *Cosmopolis* :”difficile immaginare un attore migliore di Pattinson nel ruolo di Eric”


Ho letto la dissezione clinica che Don DeLillo ha fatto nel 2003 con Cosmopolis dell’iper capitalismo dell’era del NASDAQ e ha lottato per conciliare la sua visione estrema di un’ America intorpidita dall’ avidità e dal consumismo con il paese in frantumi che lottava per venire a patti con l’11/9 e la guerra in Iraq.

Quando ho ripreso in mano il romanzo, prima del rilascio dell’ adattamento per il grande schermo realizzato da David Cronenberg, sono rimasto scioccato dalla preveggenza di DeLillo, che sembra aver scrutato nel cuore oscuro della Grande crisi Finanziaria che si stava preparando, mentre il resto di noi era ossessionato da quelle inesistenti armi di distruzione di massa.

DeLillo non è un realista o un umanista dello stampo di Tom Wolfe o Jonathan Franzen. Le sue impostazioni nascono dai detriti della cultura pop e i suoi personaggi sono canali per visioni profondamente pessimiste dei mali della vita moderna, come la struggente inanità dei mass media e la disintegrazione del sé.

Ma nel viaggio del giovane agente finanziario Eric Packer, attraverso una Manhattan caotica in un’ipertecnologica limousine bianca, mentre scommette miliardi in base alle minime oscillazioni dei numeri lampeggianti sugli schermi dei computer, DeLillo ci dà una sorprendente e inquietante istantanea dell’età in cui “il denaro sta parlando a se stesso” (le parole appartengono al capo della teoria di Eric).

Tale impostazione fredda, restrittiva e cerebrale (si pensi a un Pinter,a un Beckett “su ruote”) sembrava essere un materiale così poco promettente per un film, che anche l’autore stesso è rimasto sorpreso quando i produttori lo hanno contattato per i diritti (ed è perfino il primo romanzo di DeLillo ad essere adattato).

Tuttavia, è difficile immaginare una combinazione tra materiale e regista più adatta di questa con Cronenberg, i cui film senza compromessi né sentimenti e l’interesse per ciò che lega la tecnologia al corpo – come in Crash e eXistenZ – collima perfettamente con la misantropia postmoderna propria di DeLillo .

Desiderando aggiustarsi il taglio dal suo barbiere di fiducia, il miliardario 28enne Eric (Robert Pattinson) si avvia nella sua limousine “Prousted”, cioè, rivestita di sughero per tenere fuori il rumore e dotata di una serie di computer che lo tengono in contatto con i mercati monetari mondiali.

Mentre il suo capo della sicurezza cammina a fianco della vettura, Eric riceve la visita, tra gli altri, della sua amante più adulta (Juliette Binoche), con la quale ha rapporti sessuali vigorosi; riceve poi il suo medico, che controlla la prostata diagnosticandola come ” asimmetrica”, e il suo analista di valuta, che lo mette in guardia sul fatto che sta scommettendo troppo pesantemente contro un calo dello yuan cinese. Poi esce a mangiare con la sua bella e disperata giovane moglie ereditiera (Sarah Gadon).

Tutto questo suona aridamente affascinante, ma uno stato d’animo di disperazione esistenziale pervade il “guscio” di Eric mentre viaggia attraverso un universo vorticoso che capisce solo attraverso astrazioni come schermi televisivi e numeri che gli dicono che la sua fortuna è in procinto di essere cancellata. E mentre è bloccato in fila, l’umanità che ribolle sotto forma di manifestanti – che si scagliano contro i suoi finestrini e riempiono di graffiti la limousine – e una minaccia terroristica da parte di un dipendente insoddisfatto incombe su di lui, Eric ne viene a malapena toccato,mentre cerca gratificazione sessuale, stimolazione intellettuale, l’amore (forse) e un taglio di capelli (Rosebud del film).

Molti critici hanno criticato la scelta di Cronenberg di aver quasi replicato scena per scena il breve romanzo di DeLillo , fino all’elaboratissimo dialogo pregno di idee, che viene consegnato senza passione e spontaneità. Un recensore ha anche lamentato la mancanza di “cuore” del film.

Ma questo è il vero soggetto del film – la sostituzione del cuore e dell’anima e di tutte le cose umane con la logica brutale del “cyber-capitalismo”, in cui il destino delle nazioni è ora determinato dal movimento dei numeri.

Niente di tutto questo emerge così potentemente e spaventosamente come avviene nel libro, ma è difficile immaginare un attore migliore di Pattinson nel ruolo di Eric , che porta energia e intelligenza al dialogo ossessionato dalla morte di DeLillo (Cronenberg ha anche suggerito che Eric in realtà è morto), al tempo stesso suggerendo l’uomo che era una volta.

Se pensavate che il suo Edward Cullen fosse un freddo parassita succhiasangue, aspettate di vedere il suo Eric Packer.

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